Intelligenza e capacità di gestione diretta del denaro, non sono qualità tra loro correlate.
La Storia racconta di uomini molto intelligenti, che si sono dimostrati incapaci di gestire il proprio denaro. Sir Isaac NEWTON, famoso per la mela, era senza alcun dubbio uomo dotato di una intelligenza straordinaria. Aveva acquistato azioni della “South Sea Company” ad un buon prezzo. Siccome il prezzo delle azioni di questa società era raddoppiato, (Sir Isaac Newton disse “Posso calcolare il movimento dei corpi celesti ma non la pazzia della gente”), vendette guadagnando l’enorme cifra (di allora) di 7.000 sterline. Ma l’euforia era tutt’altro che esaurita, e le azioni della South Sea continuarono a salire senza sosta. Un giorno Sir Isaac Newton, che aveva venduto oggettivamente troppo presto, si convinse che le azioni avrebbero continuato la loro corsa e si decise a ricomprarle investendo questa volta 20.000 sterline. Purtroppo, arrivò troppo presto il momento in cui non ci furono più compratori e, quindi, scoppiò la bolla. Sir Isaac Newton perse tutto. Figlio di questa esperienza è il Bubble Act, approvato dal Parlamento Inglese nel 1720. La “bolla” di cui fu vittima Sir Isaac Newton non fu - ovviamente - né la prima né l’ultima bolla speculativa. L’immagine a destra, riproduce un acquerello del XVII secolo raffigurante il Semper Augustus, un bulbo di tulipano, che ricorda la cosiddetta “tulipomania”, la “bolla dei tulipani” , probabilmente la prima bolla speculativa nella storia del capitalismo. Per dare un’idea, un bulbo del Semper Augustus venne pagato 6.000 fiorini quando una tonnellata di burro costava circa 100 fiorini e “otto maiali grassi” soltanto 240 fiorini. Le “bolle speculative” ci sono state, ci sono (le riconosceremo quando scoppieranno), ci saranno perché l’essere umano spesso prende le proprie decisioni, anche di investimento, condizionato dal proprio stato d’animo. Ad esempio “La Speranza”: questa pulsione offusca la ragione ed i segnali non coerenti alle aspettative vengono eliminati (es. Il mercato scende e non vendo le mie azioni perché spero che “avvenga qualcosa”). Ad esempio “L’Avidità”: questa sentimento spesso porta a non valutare correttamente il rischio assunto in funzione del rendimento sperato. L’avidità nasce e si fonda su astratte considerazioni di valore. Mescolata all’ ”euforia”, l’avidità partorisce una “bolla speculativa”. |
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