I prezzi stanno scendendo da 800 giorni.Luigi D. il 16 novembre del 2021 sottoscrive il Btp Futura (quarta emissione), un investimento statale proposto al collocamento come "sicuro" (scrive ad aprile di quest'anno a Plus de il Sole 24 ore). Investe il Tfr della moglie ed un po' di risparmi familiari, complessivamente 50.000€. Oggi il titolo - emesso a 100 - quota 71,61 : una perdita del 28,39%, cioè di 14.195€. Cosa è accaduto ? A novembre 2021 il tasso di inflazione in Italia aveva raggiunto il 3,7%. Nei mesi successivi ha continuato a salire, per arrivare all'11,8% a novembre 2022. Siccome la cura all'alta inflazione è "tassi di interessi alti", la Banca Centrale Europea ha aumentato i tassi di interesse da 0% (zero%) di giugno 2022 al 4,5% di settembre 2023 (tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale). Anche i tassi dei Btp sono saliti, con i prezzi di mercato che sono scesi per adeguare i rendimenti. Il Valore dello Spread Italia BTP-BUND 10 anni ha superato i 200 punti. Per valutare il rischio finanziario di uno stato, viene calcolata la differenza ("spread") fra i rendimenti di due titoli a 10 anni, nel nostro caso tra Italia e Germania. In particolare, lo spread tra i tassi di rendimento dei titoli di stato decennali italiani (BTP) e tedeschi (BUND) viene utilizzato come indicatore della fiducia degli operatori di mercato nei confronti della Repubblica Italiana e del premio per il rischio (maggiorazione di rendimento) richiesto da chi acquista i titoli di stato italiani. In altre parole, lo spread misura la differenza tra il tasso di interesse che l’Italia deve pagare sui propri prestiti e quello che deve pagare la Germania per i propri prestiti. Quando lo spread sale, significa che il divario del differenziale tra i rendimenti di due paesi aumenta. Solitamente, essendo il BUND tedesco più stabile, lo spread sale quando aumenta il rendimento del BTB decennale italiano. Analizzando il grafico in calce, si osserva che lo spread, che il 30 agosto aveva toccato un minimo sotto i 160 punti, ha raggiunto e superato la soglia psicologica dei 200 punti, con il BTP a 10 anni che rende il 4,822% contro il 2,793% del BUND tedesco. Quindi, nell'ultimo mese è diminuita significativamente la fiducia degli operatori di mercato nei confronti dell'Italia. Con la NADEF In peggioramento i conti pubblici italiani, che spinge in alto lo spread. "Il nuovo livello programmatico di indebitamento netto in rapporto al PIL è pari a -5,3 per cento nel 2023, -4,3 per cento nel 2024, -3,6 per cento nel 2025 e -2,9 per cento nel 2026", scrive il ministro Giorgetti nella Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza del 2023 trasmessa al parlamento a fine settembre. In breve, il governo ha alzato gli obiettivi di deficit e ridotto quelli di crescita per quest'anno e il prossimo, rispetto al DEF di aprile, e prevede che il deficit scenda al tetto del 3% del Pil imposto da Bruxelles solo nel 2026, mentre non vede una riduzione del debito nel periodo 2023-2026. Ecco spiegato l'aumento dello spread. Nelle prossime settimane la maggioranza di governo sarà alle prese con l'approvazione della legge di bilancio e, tenuto conto delle promesse elettorali, con la miriade di provvedimenti che gli uni e gli altri vorrebbero inserire in manovra. Inoltre, tra il 20 ottobre ed il 1°dicembre, saranno noti i giudizi delle agenzie di rating e in molti ambienti sta crescendo la preoccupazione : il rischio è che il debito italiano possa essere declassato a "junk" (spazzatura), che impedirebbe ai più importanti investitori di comprare i Btp. Il giudizio che al Mef si teme di più è quello di Moody’s, che lo scorso maggio – pur confermando la classificazione Baa3 – aveva sottolineato i problemi derivanti dal debito in aumento e dalla crescita debole dell’Italia. Dinamiche e finanziamento del debito pubblico.
Con l’inflazione in rallentamento e l’economia che si è fermata, il PIL - contro il quale si misura il debito pubblico - sarà meno grande del previsto (il governo in aprile scorso metteva ancora in conto una crescita dell’1,5% per il 2024). Dunque il debito, in rapporto al PIL, sarà più alto. Ne deriva che la grande minaccia del prossimo anno, quando saranno riattivate le regole di bilancio europee, è che il rapporto debito pubblico / PIL torni a salire invece di scendere. Al 30 settembre 2023 (dati Mef) erano in circolazione titoli di stato italiani per 2.388 miliardi di euro, di cui il 73% Btp, con una vita media di 6,98 anni. Nei prossimi 12 mesi (ottobre 2023 -> settembre 2024) scadranno 389 miliardi di titoli, che devono essere rifinanziati. A questi bisogna aggiungere circa 80 miliardi per il nuovo deficit stimato e circa 30 miliardi per coprire i crediti di imposta da bonus immobiliari. La vera sfida dell’Italia per il 2024 è il finanziamento del debito pubblico: trovare investitori che comprino buoni del tesoro a rendimenti sostenibili per lo Stato. La Bce non solo ha interrotto gli acquisti, ma non sta rinnovando interamente i titoli in scadenza acquisiti attraverso i programmi APP. Le banche italiane e le compagnie di assicurazione hanno smesso di acquistare titoli di stato, mentre gli investitori esteri hanno ridotto dal 30% al 25% la loro esposizione al debito pubblico italiano. A compensare, almeno in parte, questi ammanchi stanno contribuendo i piccoli risparmiatori italiani : sono consapevoli dei rischi cui vanno incontro nell’esporre eccessivamente il loro portafoglio ai BTP? Quali i rischi per il tuo portafoglio ? Quali le opportunità di investimento ? Contattami per un approfondimento
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AutoreDonato Loria Disclaimer
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