Non è possibile stabilire un importo “giusto” da lasciare sul conto che possa andar bene per tutti e in tutte le situazioni. Ma è possibile utilizzare la propria liquidità nel modo giusto, al momento giusto. Con l'avvertenza di affrontare con la massima lucidità tutti i delicati passaggi di una corretta pianificazione degli investimenti, in modo da coniugare protezione e ricerca di rendimento. Più ne abbiamo e più ne vogliamo. Di cosa sto parlando? Dei depositi bancari, il cui controvalore ammontava a fine gennaio 2023 a quasi 1.810 miliardi di euro (cfr. tabella - dati ABI). Siamo quindi degli impeccabili risparmiatori; peccato che preferiamo parcheggiare i risparmi invece che investire. Così facendo esponiamo i capitali all'inflazione, una tassa silenziosa, che in tre anni (gennaio 2020 → gennaio 2023) ha “bruciato”, in potere d'acquisto, il 15,20% dei capitali immobilizzati sui conti. Ragionando in termini pratici, dei 1.562,8 miliardi di euro che a gennaio del 2020 erano parcheggiati in banca, 237,6 miliardi è come se fossero svaniti nel nulla. Inoltre, i contanti e i depositi sono di gran lunga la voce più importante delle attività finanziarie delle famiglie: un terzo del totale. “Il valore più elevato da oltre venti anni”, ha dichiarato lo scorso 31 ottobre il Governatore Ignazio Visco, intervenendo alla Giornata Mondiale del Risparmio del 2022. In breve, le somme lasciate sui conti sono risorse inutilizzate, improduttive ed esposte all’inflazione. La giusta dose di liquidità in portafoglio Non aiuta che sia di fatto impossibile stabilire quanta liquidità vada bene per tutti e in tutte le situazioni. In generale non è affatto sbagliato tenere una parte di portafoglio liquido per poter affrontare gli imprevisti familiari o di lavoro. Ad esempio, un lavoratore autonomo con un reddito annuo di 36 mila euro: in una fase di incertezza come quella attuale ha senso mantenere tre mensilità disponibili sul conto (circa 9.000 euro) per ammortizzare i mancati guadagni. Ma anche in casi come questo, tutto il resto può essere impiegato in modo più proficuo, tenuto anche conto che i tassi di interesse sono risaliti su livelli che non si vedevano da oltre 10 anni. Cali di mercato e opportunità Per chi ha un profilo di rischio ed un orizzonte temporale adeguato, disporre di una buona dose di liquidità può permettere di acquistare a prezzi più convenienti titoli che hanno accusato una correzione di Borsa. Nel quarto trimestre 2018 Wall Street perse circa il 20%. Un investitore che a fine settembre 2018 fosse stato esposto al 100% sull’S&P 500, 12 mesi dopo avrebbe realizzato un guadagno lordo del +2,16% (che diventa +38,05% ai prezzi di chiusura di venerdì scorso). Se invece avesse mantenuto inizialmente un 20% in liquidità che avrebbe poi investito a dicembre 2018 sui minimi del mercato, al lordo di tasse e costi, il suo guadagno a settembre 2019 sarebbe stato del +5,45%. Un caso? Nient’affatto. A marzo 2020 i timori della diffusione della pandemia e i lockdown per contrastarne la diffusione provocarono un crollo del 33% delle Borse. Se un investitore a fine dicembre 2019 fosse stato posizionato al 100% sull’S&P 500, a fine dicembre 2020 avrebbe realizzato, sempre al lordo, un rendimento del +16,11% (che diventa +22,73% ai prezzi di chiusura di venerdì scorso). Se invece avesse mantenuto inizialmente un 20% in liquidità, avrebbe poi potuto investirla a marzo 2020 sui minimi del mercato, portando il guadagno complessivo a gennaio 2021 al +23,19% lordo. Sembra facile, ma chi ha le competenze per scegliere il momento giusto di ingresso nel mercato e, per di più, la capacità di selezionare i titoli e i prodotti sui quali investire?
Per non parlare del tempo necessario per dedicarsi a seguire e analizzare gli sviluppi dei mercati e a pianificare le strategie di portafoglio. Avere una buona cultura finanziaria di base non significa essere nelle condizioni di gestire in piena autonomia i propri risparmi. Occorre sapere innanzitutto analizzare in modo approfondito le effettive esigenze familiari, stimare in modo preciso i flussi di guadagno (da lavoro) e di reddito finanziario (cedole, dividendi ecc) attesi, e prevedere le uscite. A quel punto, è possibile stabilire la quota di liquidità indispensabile, come punto di equilibrio tra risorse in entrata e flussi in uscita. Solo successivamente, conosciuta l’intera gamma di investimenti in portafoglio, è possibile pianificare con cura come, quando e dove indirizzare la liquidità in eccesso. E' importante affrontare tutti questi delicati passaggi con la massima lucidità, in modo da stabilire la giusta dose di liquidità e fissare gli obiettivi rispondenti alle proprie effettive necessità. E gestire così in modo razionale i propri risparmi.
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